Fenix non è un centro sociale, non è un locale alternativo e non è solo un luogo di documentazione. Ma il punto d’incontro dell’autogestione, dell’autocostruzione e dell’autoproduzione. Fenix negli anni è stata il fulcro dell’azione diretta che ha portato prima all’occupazione del Paso, poi all’occupazione del Barocchio e nel nuovo millennio all’occupazione di 4 osservatori ecologici ecc…. In 31 anni la palazzina Fenix è vissuta soltanto quando è stata occupata, il resto è abbandono e degrado. Le varie amministrazioni non hanno saputo far altro che assegnare ad associazioni di comodo lo spazio per sottrarlo agli occupanti, risultato: attività elitarie e porte chiuse. Dal giorno della rioccupazione Fenix è realmente riaperto alla cittadinanza. Lo dimostra il flusso continuo di persone che partecipano e propongono le iniziative della Fenice. Tutti possono proporre e realizzare iniziative a Fenix, esclusi gli autoritari di tutte le risme. Le attività di Fenix spaziano fra benefit e Bellavita. Benefit ovvero autofinanziamento contro la repressione e a sostegno delle lotte. Bellavita come liberazione dell’uso del denaro come mediatore di rapporti. Bellavita come pratica evolutiva della critica radicale allo stato delle cose. Convivialità contro carenza, tutti invitati a portare il meglio che si ha o che non si ha. In controtendenza alla città del business, dei grandi eventi e della gentrificazione, deserto umano dove trionfano le merci e le gerarchie ad esse legate. La nostra pratica è sempre stata quella della riappropriazione degli spazi sottratti dal Potere e dalla speculazione alla comunità. Legalità e illegalità sono termini che non ci appartengono, sono falsi problemi. Chi non ha spazio è legittimato a prenderselo, al di là della divisione fittizia fra legale e illegale. Fenix negli anni ha subito una repressione feroce da parte dei vari partiti che hanno tenuto il potere cittadino. Nonostante le violenze subite: sgomberi, pestaggi, denunce, condanne, deportazioni, carcere, quando le è stata tolta la casa, la fenice è volata altrove prolificando generosamente. Lo spirito di Fenix fiammeggia immutato. Dal 13 maggio 2017 le porte di Fenix sono riaperte a tutti gli antiautoritari e la partecipazione e la solidarietà hanno superato ogni aspettativa. Oltre a quelle degli occupanti, nelle prime settimane, gli squat e le case occupate hanno spostato in solidarietà le loro iniziative conviviali nei giardini irreali di Fenix. Così radio BlackOut, così i dibattiti della FAI, le iniziative dei GuAI Gruppo Intergenerazionale Autogestito, dei CUB, dell’USI-AIT, dei comitati NO TAV, della carovana per il Rojava. In queste settimane di liberazione, abbiamo svolto con le persone che gravitano attorno a Fenix, lavori di ristrutturazione dello stabile lasciato al degrado da quelle stesse istituzioni che straparlano di decoro e riqualificazione dei quartieri, come sempre a favore di ricchi e palazzinari. In meno di una settimana i muri sono stati ridipinti, il tetto riparato e altri lavori come la costruzione delle librerie per la biblioteca sono in corso d’opera. Tutto ciò viene fatto senza alcun ruolo, obbligo o dovere, anzi per noi che siamo spinti dalla passione il lavoro diventa divertimento. Dopo 31 anni tra occupazioni e sgomberi, il destino di Fenix è resistere a qualsiasi attacco del Potere. E anche se lor signori riusciranno a toglierci per l’ennesima volta un tetto sopra la testa, le iniziative di tutti i collettivi e gli individui che fanno vivere Fenix continueranno a palesarsi in questo angolo di verde. L’abbiamo detto e fatto tante volte: se ci togliete i nostri spazi per restituirli all’abbandono, al degrado e alla speculazione, ci avrete per le strade della città devastata dalla vostra democrazia. La campagna elettorale ve la facciamo noi!
FENIX OCCUPATA Torino, 31 maggio 2017
Dall’uovo della Fenice nascono le occupazioni a Torino in un’epoca cupa come gli anni ’80.
Proprio per questo fu perseguitata e cacciata.
Occupata nell’Ottantasei nella prima notte d’occupazione del decennio, durante il plenilunio d’estate, sgomberata di buon mattino, rioccupata due volte nell’Ottantanove (più di 100 processati per il reato di occupazione) e poi ancora.
Fenix nidifica nella casetta di corso s. Maurizio angolo via Rossini dal 2002 al 2005, quando viene sgomberata con altre 2 casette dei giardini Irreali per la pulizia pre-olimpica del sindaco Chiamparino. Niente contestatori in centro in periodo olimpico!
Ma intanto la Fenice ha fatto le sue autoproduzioni. Passa il messaggio. Già nel 2002 esce Le scarpe dei suicidi il libro nero che mette a soqquadro il vasto mondo degli autoritari e dei poteri più corrotti.
La Fenice ci parla di Sole e di Baleno due anarchici occupanti accusati di essere attentatori no tav, entrambi morti detenuti nel ’98.
Poi altri ovetti letterari e musicali si schiudono: Tutto per niente su Stirner, la rivoluzione spagnola attraverso la Cronaca appassionata della Colonna di Ferro di Abel Paz, le banlieu in rivolta nel Rogo della vanità, il terzo valico no tav, la Storia del DadA, Un cadavre (André Breton), gli IERI, i Kobra Killer… E le 6 edizioni del festival nomade di cortometraggi autoprodotti TORINO RIBELLE.
Ma le uova con la sorpresa più esplosiva sono quelle delle occupazioni che dilagano ovunque, in città e fuori. Chi è stato a contatto con il fuoco della Fenice crea altri spazi di libertà e piacere.
Fenix è rioccupata il 25 aprile e il primo maggio del 2006, durante le feste popolari che da allora gli squatter inventano ogni anno. Vedrà più di 50 processati per questi momenti di gioia.
Altre esperienze si affacciano in centro sul volo della Fenice, così 4 osservatori ecologici occupati, così la più recente esperienza del Rabel fra la mole e l’università.
Intanto la Fenice era volata prima in Barriera di Milano, Fenix2, e poi di nuovo in centro, Fenix3 (l’ex università abbandonata di economia e commercio). Entrambe sgomberate.
Sull’ala est di Fenix il graffito mitologico di Torino, dipinto in 2 puntate da Luca Abort immerso in una torma di “impiegati” e già involato sulle ali nere della Fenice, fatto raschiare da Sergio Chiamparino perché non restasse alcuna traccia di vita aliena.
Per sottrarla all’uccellaccio di fuoco l’amministrazione PD assegna la casetta di via Rossini ad un gruppetto filogovernativo che la userà per anni, prestandosi ad essere l’ultima ruota dell’ingranaggio della repressione. Ma ora anche questo momento di reazione deprimente è finito.
In trent’anni, generazioni di occupanti si sono succedute sull’orbita di Fenix.
La Fenice riprende a vivere nel suo habitat.
Distribuzione di materiali autoprodotti e antiautoritari, incontri, dibattiti, concerti, assemblee, feste, giochi, Bellavita, restauri della struttura abbandonata e degradata.
Ma soprattutto azione diretta e autogestione. E libero svolazzare del pensiero in questo luogo d’incontro.
Il nido della Fenice riprende a fiammeggiare nel cuore di Torino.
Brucia di passione insieme a noi!
Fenix occupata Torino, 12 maggio 2017