La mattina del 7 febbraio gli sbirri si presentano alla porta dell’Asilo Occupato di via Alessandria 12 decisi a sgomberarlo, poco dopo altre camionette assediano e terrorizzano la palazzina abitativa “Le Serrande” di Corso Giulio Cesare 45 pronti a compiere degli arresti.
Solidarietà agli occupanti dell’Asilo che in 6 sul tetto per più di 24 ore hanno tenuto sotto scacco una macchina da sgombero, inutile e costosissima.
Infatti molteplici gli ingranaggi: polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco, vigili urbani, più ROS e DIGOS tutti presenti in gran numero (chiamati anche da fuori Torino). A dirigere questa macchina repressiva: la pentastellata sindaca Chiara Appendino, l’arrivista in cerca di telecamere nonchè questore di Torino Francesco Messina, il capo della DIGOS Carlo Ambra, per non dimenticare ovviamente il fascista verde Matteo Salvini nel ruolo di mandante.
Con lo sgombero dell’Asilo si tenta non solo di cancellare 24 anni di Autogestione e lotte ma anche una delle tante facce del quartiere popolare più vissuto della città dove, da un decennio a questa parte, è iniziato uno squallido e disumano processo di riqualificazione, speculazione e ricollocazione demografica. Dopo la svendita di spazi abbandonati a grandi investitori, come Lavazza e Scuola Holden, per convertirli in macchine da soldi ben arredate, a cui si è succeduta la vendita al palazzinaro senza scrupoli Giorgio Maria Molino di un intero blocco di caseggiati di edilizia popolare, sono arrivate le restrizioni allo storico mercato popolare del Balon culminate circa un mesa fa con il provvedimento che ne vorrebbe sentenziare la morte spostandolo ai margini della città.
L’operazione non si limita allo sgombero dell’Asilo, ma tenta di giustificarlo attraverso una fumosa inchiesta giudiziaria.
L’inchiesta è firmata dal solito magistrato Emanuela Pedrotta e va a colpire 7 persone con l’accusa di associazione sovversiva per iniziative e azioni dirette in sostegno ai migranti reclusi, umiliati e discriminati.
Gli arresti non si limitano alla sola Torino ma un ragazzo viene preso nella sua abitazione a Bologna.
Ancora una volta la solidarietà e l’azione diretta vengono pesantemente represse dallo stato, a quanto pare l’unica solidarietà oggi consentita è quella a parole, ancora meglio se “social”.
Un abbraccio solidale a coloro che ieri scendendo in strada nonostante gli innumerevoli sbirri, sono stati pretestuosamente fermati e incarcerati.
La lotta antirazzista non si arresta!
Per uno Sgombero 10, 100, 1000 Occupazioni!
8 febbraio 2019
Mezcal Occupato